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Jardines de Italia


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lunes, mayo 29, 2006 :::
 
Fuente: Liberta (Italia)
Fecha: 29-5-06
Autora: ANNA ANSELMI



Successo di "Giardini aperti" che ieri ha permesso al pubblico di visitare l'antica dimora di Vigolzone

Villa Peirano, un fascino senza tempo
Appello del Fai per salvare l'ex polveriera di Momeliano

Il giardino nei suoi aspetti botanici e architettonico-decorativi ma anche i filari di vigneti, la collina circostante e il fiume Nure: tanti spunti per riflettere sul valore del paesaggio e sulla necessità della sua conservazione. Il tradizionale appuntamento con Giardini aperti", organizzato dal Fai (Fondo per l'ambiente italiano) e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, quest'anno ha scelto di aprire alle visite la terrazza verde di villa Peirano ad Albarola di Vigolzone, per sensibilizzare poi il pubblico sulla campagna i "Luoghi del cuore" promossa dal Fai nazionale, terzo censimento dei "Luoghi di natura da non dimenticare". La delegazione piacentina per la prima volta ha fornito una precisa indicazione di voto: l'ex polveriera di Rio Gandore a Momeliano, nel comune di Gazzola. «Ci siamo posti un obiettivo molto ambizioso, raccogliere almeno 10mila schede» spiega Silvano Locardi, agronomo e delegato Fai, ieri impegnato a condurre le visite botaniche a villa Peirano. «Se riuscissimo a conseguire questo traguardo, Momeliano potrebbe diventare il "luogo del cuore" di tutt'Italia, verrebbe riconosciuto come località da salvaguardare, e questo aiuterebbe a garantirne il futuro». Che attualmente si presenta quanto mai incerto e a rischio potenziale di speculazione edilizia, nel caso in cui questa pregiata, estesa area verde venisse messa all'asta dallo Stato. Quanto sia fondamentale preservare il paesaggio il Fai lo ha dimostrato ieri sottolineando come la bellezza del giardino di villa Peirano stia nella sua origine come «esaltazione del contesto paesaggistico in cui è immerso». Da rilevare inoltre la soluzione architettonica della scalinata per salire alla terrazza, abbellita da grottesche che ricordano i giardini dell'isola Borromeo sul lago Maggiore.

I visitatori hanno potuto raggiungere anche i vigneti, un altro elemento caratteristico della collina piacentina, accompagnati dai paesaggisti Chiara Locardi e Carlo Gabriele Callari, che hanno inoltre condiviso con gli intervenuti suggestive poesie della cosmopolita Rose Ausländer (1901-1988), dedicate al giardino. La parte storica della visita è stata curata da Anna Tagliaferri, architetto, che ha illustrato i caratteri del cortiletto dalla pianta a U uncinata, della crociera al pian terreno (la villa nasce a metà '600 come villeggiatura estiva dei padri gesuiti) e la cappella affrescata. Soddisfatto per l'alta affluenza il capo delegazione Fai di Piacenza, Domenico Ferrari, che ha ribadito l'importanza di far crescere la consapevolezza del rispetto di un bene così delicato ed essenziale come il paesaggio. La Fondazione è stata rappresentata da Tiziana Libè. Le delegate Laura Taffetani e Leopolda Beretta hanno accolto i visitatori, mentre contemporaneamente al banchetto sul Facsal, alla Festa del Volontariato, la segretaria del Fai, Giovanna Caldani, sosteneva la causa del parco di Momeliano, partita comunque «molto bene». Chi volesse partecipare gratuitamente ai "Luoghi del cuore", può rivolgersi allo 0523.330811, sito internet: www.fondoambiente.it

::: Noticia generada a las 6:51 PM


 
Fuente: Estense.com
Fecha: 27-5-06



Ritorna agli antichi splendori il giardino di Marfisa d’Este


Le diverse fasi dell’operazione di ripristino e di realizzazione dei nuovi arredi della fontana monumentale del giardino di Palazzina Marfisa d’Este sono state presentate alla città proprio nel giardino dell’antico palazzo rinascimentale di via Giovecca, presenti tra gli altri il vice sindaco Rita Tagliati, l’assessore ai Lavori Pubblici Claudio Bariani, il direttore dei Musei Civici d’Arte Antica Angelo Andreotti, Clara Coppini e Francesco Scafuri del Servizio Beni Monumentali del Comune e Giulia Vullo, presidente del Garden Club di Ferrara. Fin dal 2005 il Garden Club di Ferrara aveva proposto all’Assessorato ai Lavori Pubblici e Beni Monumentali del Comune di procedere al ripristino in sinergia della secca e disadorna fontana del giardino della Palazzina di Marfisa, gioiello architettonico cinquecentesco della nostra città. L’iniziativa aveva lo scopo di concludere, con un segno tangibile a favore della città, il tema dell’Acqua proposto a livello nazionale dall’UGAI (Unione Garden Club e Attività Similari d’Italia) e, contemporaneamente, rappresentare l’episodio di celebrazione locale della Terza Giornata Nazionale del Giardino. Il progetto ora è giunto a conclusione e ha visto lavorare fianco a fianco il Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara, la Direzione dei Musei Civici d’Arte Antica e l’associazione cittadina. Il Servizio Beni Monumentali ha provveduto al ripristino della vasca in muratura e dei collegamenti idraulici, mentre il Garden Club, con il benestare dei Musei Civici d’Arte Antica, del Servizio Beni Monumentali e della locale Soprintendenza, ha curato la fusione della copia in bronzo del putto che ornava la fontana, il collocamento di fari subacquei per l’illuminazione della scultura nelle ore notturne e l’impianto di quattro aiuole di rose a coronamento della vasca. La fusione della copia del putto di Giuseppe Virgili è “sovrapponibile all’originale” in quanto ottenuta dallo stesso modello in gesso, recuperato e messo a disposizione dal figlio dello scultore e magistralmente restaurato da Maurizio Bonora, allievo di Virgili.
All’operazione hanno collaborato Francesco Virgili, figlio dell’artista, che ha seguito personalmente le diverse fasi di realizzazione della copia del putto, ricollocato al centro della fontana, recuperando nei depositi di famiglia il gesso utilizzato per la fusione dell’originale; Maurizio Bonora, noto scultore ferrarese, che ha eseguito un accurato e impegnativo restauro del gesso originale del putto deteriorato dal tempo; Enrico Baglioni che ha offerto preziosa consulenza tecnica e ha curato la documentazione fotografica necessaria per una buona riproduzione del putto. In occasione della ricollocazione al centro della fontana della Palazzina di Marfisa di una copia del Putto. Il Garden Club di Ferrara, per rendere omaggio sia al putto, tanto amato dai ferraresi, sia allo scultore che l’ha modellato, ha allestito l’esposizione temporanea di una serie di piccoli bronzi dello stesso autore nelle sale che attualmente custodiscono il putto originale nel Museo della Palazzina. L’esposizione, allestita nella Sala di Fetonte (Palazzina di Marfisa) è visitabile fino al 26 giugno prossimo (da martedì a domenica, dalle 9 alle 12,30 dalle 15,30 alle 18) ed è stata realizzata grazie alla disponibilità di Francesco e Anna Virgili, figli dello scultore, che hanno prestato alcuni bronzetti della collezione di famiglia, e con la collaborazione della Direzione dei Musei Civici d’Arte Antica, che ha curato l’allestimento della mostra.
Queste le aziende e gli enti che hanno partecipato al ripristino della fontana del giardino della Palazzina di Marfisa: Fonderia Artistica Guastini S.r.l. Gambellara (Vicenza), Emiliana Restauri Soc. Coop Bologna, Ditta Chiarati S.r.l. Ferrara, Ditta Verdeacqua di Matteo Lambertini. Progettazione e manutenzione giardini Ferrara Comune Di Ferrara Assessorato ai Lavori Pubblici, Verde, Manutenzione, Beni Monumentali Servizio Beni Monumentali Direzione dei Musei Civici d’Arte Antica Garden Club Ferrara.
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Cenni storici
Premessa
La palazzina, pregevole esempio di residenza estiva rinascimentale con annesso giardino, fu realizzata attorno al 1559 per volontà di Francesco d'Este, marchese di Massa Lombarda, figlio del duca Alfonso I e di Lucrezia Borgia. La costruzione era compresa in un complesso di edifici piuttosto vasto, noto come i “Casini di San Silvestro”, collegati tra loro da un ampio giardino e di cui faceva parte anche l’adiacente Loggia Grande o Teatro (fatta costruire dal marchese tra il 1560 ed il 1570), nonché il quattrocentesco edificio turrito edificato da un membro della famiglia fiorentina dei Neroni nel 1469, oggi noto come palazzo Bonacossi, acquistato proprio da Francesco nel 1572 per unificare l’intera proprietà verso sud.
Alla morte del marchese (1578) la palazzina passò in eredità alla figlia Marfisa, moglie di Alderano Cybo principe di Massa Carrara, la quale vi abitò fino al 1608, anno in cui passò a miglior vita.
La nobile dimora fu sottoposta nel corso dei secoli ad alcune ristrutturazioni dai vari proprietari ed affittuari, che spesso la destinarono ad usi impropri. Il Comune di Ferrara, proprietario dell’immobile fin dal 1861, decise agli inizi del Novecento di affidare in gestione la palazzina alla Ferrariae Decus, affinché potesse promuovere i primi veri e propri restauri dell’edificio cinquecentesco, che iniziarono nel 1909 e furono portati avanti a fasi alterne fino al 1915.
La palazzina fu di nuovo restaurata a partire dall’ottobre del 1937 a cura dell'ing. Carlo Savonuzzi ed inaugurata e aperta al pubblico nel 1938, grazie anche all'allestimento di Nino Barbantini, che seguì i restauri dell’apparato decorativo all’interno e ricreò una casa-museo rievocante i passati splendori del periodo estense, arredando le stanze con mobili ed oggetti in parte ferraresi ed in parte scelti sul mercato dell'antiquariato; i preziosi arredi ancor oggi nobilitano le belle sale, dove particolare rilievo assumono, come noto, le ricche decorazioni a grottesche della bottega dei Filippi, famiglia di pittori attivi nella seconda metà del XVI secolo, di cui Sebastiano Filippi detto il Bastianino fu l'esponente più importante. Nel corso dell’intervento degli anni Trenta, finanziato dalla Cassa di Risparmio di Ferrara per celebrare il centenario della propria fondazione, Savonuzzi conservò “rigorosamente” la struttura interna dell’edificio e curò in particolare la sistemazione dei prospetti laterali e di quello meridionale, che fu piuttosto incisiva, mentre per la facciata su corso Giovecca, in quella occasione e nei decenni successivi, ci si limitò ad alcune manutenzioni certo non risolutive. Solo con i recenti interventi del 2003, dopo aver curato il recupero del prospetto sud nel 2000, l’Amministrazione Comunale ha realizzato il restauro dell’intera facciata.
La fontana ed il “putto” di Virgili
La fontana interessata dall’intervento di ripristino appena concluso, si trova nel giardino di levante della Palazzina di Marfisa d’Este.
L’intera area verde, che agli inizi degli anni Trenta del Novecento versava in uno stato di abbandono pressoché totale, fu sistemata tra l’ottobre 1937 ed il giugno 1938, quando si realizzò il giardino all’italiana circostante la palazzina: caratterizzato da essenze arboree e soprattutto da aiuole fiorite, sia pure piuttosto semplici nel disegno e nella geometria delle forme, suscitò subito nei visitatori gradevoli suggestioni. Infatti, durante la solenne inaugurazione dei restauri della nobile dimora, tenutasi il 16 giugno 1938, furono particolarmente apprezzate dalle autorità e dagli invitati sia l’area verde ad est che quella ad ovest.
Nel giardino a ponente trovarono posto una magnolia ed un pozzo della seconda metà del XV secolo, che un tempo impreziosiva i giardini di Schifanoia, qui trasportato nel 1933 e poi arretrato più a sud rispetto alla posizione precedente nel 1938, dove tuttora si trova. Nella parte orientale del giardino, al centro di una grande aiuola circolare interrotta simmetricamente in quattro punti, venne costruita invece la fontana: si trattava di una vasca in muratura di mattoni di forma ellittica con alcune modulazioni angolari (tutta intonacata ad esclusione della cornice sommitale), dalla quale zampillavano quattro piccoli getti d’acqua. Tale manufatto, sia pure sottoposto nei decenni successivi a piccole manutenzioni, non è stato modificato nel tempo, se si esclude l’importante collocazione (al centro della fontana) del “putto” in bronzo dello scultore Giuseppe Virgili (Voghenza (FE) 1894 – Bologna 1968), avvenuta solo negli anni Cinquanta.
Il “putto”, realizzato nel 1935, inizialmente era stato esposto nell’ambito di prestigiose esposizioni; si pensi alla mostra delle attività di Ferrara fascista del 1939, organizzata presso la città estense in occasione del ventennale della fondazione dei fasci. Successivamente il pubblico aveva potuto apprezzare l’opera in altre occasioni, ma soprattutto alla “personale” di Giuseppe Virgili del 1950, allestita nella Sala dei Giochi del Castello Estense, dove fu particolarmente ammirata dalle autorità comunali. La scultura (alta 100 centimetri), quindi, non era stata concepita quale ornamento della fontana in questione; in effetti, non compare nella documentazione fotografica eseguita nel 1938 in occasione della riapertura della Palazzina di Marfisa d’Este, in cui si nota soltanto la vasca ellittica circondata dalle aiuole.
Il “putto” venne acquistato successivamente dal Comune di Ferrara con apposita delibera di Giunta datata 30 gennaio 1951, per il prezzo di L. 180.000, un costo piuttosto alto per quei tempi, ma occorre considerare il pregio artistico del bronzo in questione, di cui l’Amministrazione pubblica era ben consapevole; basti pensare che lo stesso atto amministrativo approvava l’acquisto di altre cinque opere, tra cui un olio di Mario De Sisti e una scultura in legno di Annibale Zucchini, che venivano pagate rispettivamente 24.000 e 30.000 lire, cifre notevolmente inferiori rispetto alla prima.
La scultura di Virgili, apprezzata poiché magistralmente modellata ma anche perché nel contempo l’autore aveva saputo fondere nell’opera “la cultura mediterranea con i primi echi del Novecento italiano”, non venne posta immediatamente al centro della fontana, ma rimase depositata presso la Sala di Giunta in attesa della decisione sulla sua assegnazione finale, che avvenne nel dicembre 1951, come attesta una nota inviata dall’Assessorato all’Istruzione Pubblica e Belle Arti all’Ufficio Economato del Comune.
Una cartolina databile tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta, documenta l’avvenuta collocazione dell’opera di Virgili al centro della vasca della fontana, sopra un piccolo basamento, realizzato appositamente per sostenere il “putto”: tutt’attorno si estendeva il giardino con le aiuole fiorite, mentre sullo sfondo si stagliava il prospetto est della palazzina completamente ricoperto da piante rampicanti .
Negli anni Novanta la scultura presentava forti alterazioni sia esterne che interne, causate dagli agenti atmosferici e dal contatto prolungato delle superfici in bronzo con l’acqua, determinato dall’uso improprio della fontana. Già nel 1996, quindi, fu deciso il restauro del “putto”, realizzato nel 1998 a cura dei Musei Civici d’Arte Antica e grazie al finanziamento dell’associazione Lions Club Ferrara Horst; a seguito delle complesse operazioni di recupero delle superfici in bronzo, per ragioni precauzionali l’opera fu collocata all’interno del museo della palazzina (dove ancora oggi si trova) e da allora la fontana rimase disadorna.
Con il ripristino della fontana appena concluso, la collocazione di una copia del “putto” sul piccolo basamento al centro della vasca e la ricomposizione nella sua interezza della grande aiuola circostante, il Garden Club e l’Amministrazione Comunale hanno voluto offrire di nuovo al visitatore ed ai cittadini ferraresi quell’immagine consolidata del giardino, ricca di piacevoli suggestioni, che ormai da decenni faceva da cornice alla nobile dimora che fu di Marfisa d’Este.
(A cura di Francesco Scafuri, Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara. Le informazioni storico-artistiche sul putto sono state tratte in gran parte dagli studi di Elisabetta Lopresti, Franco Solmi e Ranieri Varese)
La realizzazione dei lavori
Per celebrare il tema “ACQUA” proposto a livello nazionale dall’U.G.A.I. (Unione Garden Club e Attività similari d’Italia) il Garden Club di Ferrara ha ritenuto opportuno, oltre ad organizzare eventi ed approfondimenti culturali correlati al tema dell’acqua, di promuove un’iniziativa che valorizzasse un giardino cittadino; l’attenzione si è quindi soffermata su quello della Palazzina di Marfisa d’Este, ed in particolare sulla fontana che si trova nell’area verde di levante della nobile dimora e che da molti anni è secca e priva del putto di bronzo, opera dello scultore Giuseppe Virgili.
Conseguentemente il Garden Club di Ferrara ha proposto al Comune di Ferrara, proprietario della Palazzina, di “adottare” la fontana prevedendone il ripristino attraverso il restauro della vasca in muratura, la collocazione di una copia del “putto”, la rimessa in funzione del sistema idraulico e dei quattro piccoli getti d’acqua, la ricomposizione nella sua interezza della grande aiuola circostante.
L’Amministrazione comunale, concordando con la lodevole iniziativa proposta, ha assicurato la propria adesione ed il proprio impegno per la realizzazione dell’opera, attivando il Servizio Beni Monumentali presso l’Assessorato ai Lavori Pubblici e la Direzione dei Musei Civici d’Arte Antica.
La fontana e lo stato di degrado prima dei lavori
La fontana è caratterizzata planimetricamente da un disegno basato sull’ellisse e da dimensioni modeste (mt. 4,00 X 3,20 circa). La vasca, alta poco più di 60 cm., è in muratura ed è tutta intonacata ad esclusione del bordo sommitale lavorato con mattoni di cotto a faccia vista. Al centro si trova un piccolo basamento realizzato negli anni cinquanta del ‘900 appositamente per sostenere il putto.
Prima dei lavori la fontana era disadorna della bella scultura bronzea. In vari punti della vasca l’intonaco si era distaccato, lasciando esposta agli agenti atmosferici la sottostante muratura; il bordo di finitura in cotto presentava alcuni mattoni degradati, distacchi e mancanza di malta nelle connessure, muffe e muschi sulle superfici. Le pareti e il fondo della vasca (particolarmente degradato), erano caratterizzati da alcune lesioni (anche profonde) che ne pregiudicavano la tenuta. L’impianto idraulico non risultava funzionante.
L’esecuzione delle opere
In considerazione dei presupposti indicati in premessa, il Garden Club di Ferrara ha provveduto a fare eseguire una copia in bronzo del “putto” di Giuseppe Virgili, in tutto uguale alla scultura originale.
La suddetta è stata ottenuta dallo stesso modello in gesso originario, recuperato e messo a disposizione dal figlio dello scultore. Per seguire tutte le fasi di questo importante e lodevole impegno, il Garden Club di Ferrara si è avvalso della grande disponibilità e competenza dell’artista ferrarese Maurizio Bonora.
Per il ripristino della fontana sono state eseguite le seguenti tipologie di lavorazioni:
1. opere murarie
- sistemazione del bordo sommitale in mattoni a faccia vista mediante idrolavaggio delle superfici, smontaggio e sostituzione degli elementi fatiscenti, integrazione di parti mancanti utilizzando materiale di recupero, revisione delle stuccature esistenti ed integrazione delle stesse con idonea malta;
- ripristino delle parti di muratura in mattoni nelle zone ammalorate delle pareti interne ed esterne della vasca mediante lo smontaggio degli elementi degradati o rotti e la loro sostituzione con mattoni vecchi, rimozione delle stuccature decoese, pulizia delle connessure e stuccatura con idonea malta, ricucitura di alcune lesioni “passanti” con l’ausilio di connettori d’acciaio e apposite resine;
- rifacimento di intonaco, previa rimozione delle sole parti ammalorate sulle pareti esterne e stesura di intonachino in calce pigmentata di colore simile a quello esistente;
- esecuzione di intonaco resistente alla penetrazione dell’acqua sul fondo e nelle pareti interne del manufatto, ricostituendone la continuità al fine di garantire l’impermeabilizzazione dell’intera vasca;
- realizzazione di un piccolo bordo in ciottoli lungo tutto il perimetro esterno della fontana, quale elemento di finitura per evitare il contatto diretto del manufatto con il terreno;
2. collocazione di una copia in bronzo del “putto” al centro della fontana.
- fissaggio della copia in bronzo del “putto”, che il Garden Club di Ferrara ha provveduto a fare eseguire, sul piccolo basamento al centro della vasca;
3. opere idrauliche ed elettriche
- revisione completa dell’impianto idraulico della fontana e di quello elettrico, con installazione della pompa per il ricircolo dell’acqua;
- esecuzione delle opere elettriche per l’allacciamento della suddetta pompa ed installazione di un quadretto elettrico di protezione fissato alla base della recinzione in muratura del giardino, completo dei relativi collegamenti necessari per il funzionamento dell’impianto;
- installazione di un faretto “subacqueo” sul fondo della vasca per valorizzare la visione notturna della fontana, completo dei relativi collegamenti;
4. Lavori di giardinaggio
- ricomposizione nella sua interezza del disegno della grande aiuola che circonda la fontana mediante la realizzazione dello “spicchio” mancante e risistemazione dell’impianto di rose, operando la sostituzione dei ceppi esistenti con un nuovo impianto di rose di colore bianco a bordo basso e compatto.
(A cura di Clara Coppini, Servizio Beni Monumentali del Comune di Ferrara)

::: Noticia generada a las 6:47 PM


 
Fuente: Prima Pagina
Fecha: 26-5-06
Autora: Pamela Pucci

Il riconoscimento sarà consegnato con cerimonie in loco
Dieci giardini storici toscani vincitori del Premio Touring Club

L'assessore Zoppi: 'Un patrimonio toscano che deve essere ancor più valorizzato'Il Console Mecocci: 'Il TCI premia realtà di valore ignorate dal turismo di massa'

Sono autentici monumenti verdi, costruiti con pazienza nei secoli, curando sia la crescita di piante e fiori che lo sviluppo armonioso del progetto architettonico. Sono i giardini storici della Toscana, spesso parte integrante di ville e castelli, talvolta parchi a sé stanti, ideati con l'obiettivo di dare riposo all'anima, educarla alla bellezza. Dieci di questi giardini sono stati riconosciuti eccellenti dalla Regione Toscana e dal Touring Club Italiano ed a loro è stato assegnato il Premio TCI 2006, un riconoscimento prestigioso indetto dai consoli della Toscana giunto al suo settimo anno che, nelle passate edizioni, ha valorizzato cattedrali, giochi storici, bande musicali, borghi cosidetti 'minori', biblioteche e mercati storici.
I vincitori del Premio 2006 sono: il Roseto botanico di Carla Fineschi a Cavriglia (Ar), il giardino della Villa medicea di Castello a Firenze, il Parco archeologico-naturalistico di Pitigliano (Gr), i giardini di Villa Mimbelli a Livorno, l'Orto botanico di Lucca e quello di Pisa, il giardino di Villa Giorgini a Montignoso (Ms), il giardino Garzoni di Collodi (Pt), il giardino della Villa medicea di Poggio a Caiano (Po) e gli Horti Leonini di San Quirico d'Orcia (Si).
"Sono realtà molto antiche e significative – spiega l'assessore regionale alla cultura Mariella Zoppi – selezionate una per Provincia con un occhio di riguardo per le strutture pubbliche. Il Touring Club Italiano ha scelto di privilegiare una realtà, quella dei giardini storici toscani, che rappresenta per la nostra regione un patrimonio culturale enorme, con evidenti potenzialità di attrazione turistica. Si tratta di un mondo ancora troppo poco conosciuto. Per questo varie iniziative realizzate dalla Regione in collaborazione con il TCI, a partire dalla guida 'Giardini di Toscana' fino alla omonima mostra fotografica, che è stata esposta in tantissime capitali europee, hanno avuto come principale obiettivo quello di valorizzarle e stimolare curiosità e interesse nei potenziali visitatori".
"Il Premio Touring è nato sei anni fa - spiega Gianni Mecocci, in rappresentanza del corpo consolare del TCI della Toscana – e a tutt'oggi resta la prima e unica iniziativa del genere. E' uno strumento per valorizzare le tradizioni culturali del territorio e quei gioielli storico-artistici che rischiano di essere dimenticati perché esclusi dai circuiti del turismo di massa. In Toscana il TCI conta quasi 30 mila soci e con la forza di questi numeri poniamo il massimo impegno nel difendere e valorizzare il patrimonio artistico e paesaggistico con l'idea che debba essere tramandato alle future generazioni, e cerchiamo di sensibilizzare in questo senso le politiche del territorio e l'opinione pubblica".
Le premiazioni dei dieci giardini ai quali è stato assegnato il riconoscimento avverranno in loco in date diverse. Domani, 27 maggio, ci sarà a Collodi (Pt) la prima cerimonia, seguita a ruota dalle altre nel primo fine settimana di giugno. Sabato 3 si terranno le cerimonie a Cavriglia (Ar), Firenze (nel pomeriggio), Livorno, Montignoso (Ms) e Pisa (manifestazione cui parteciperà, alle ore 10,30, anche l'assessore Zoppi), mentre domenica 4 giugno sarà la volta di Lucca, Pitigliano (Gr), Poggio a Caiano (Po) e San Quirico d'Orcia (Si).

::: Noticia generada a las 6:39 PM




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