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Jardines de Italia


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sábado, noviembre 30, 2002 :::
 
BERLUSCONI, UN EURO ALL'ANNO DAL FAI PER VILLA GREGORIANA

Fuente: ANSA
Fecha: 27-11-02

ROMA - ''Ho camminato lungo l'Aniene, fino al campo di olivi, ove s'apre un panorama su un'ampia solitudine... Ho visto il tempio di Vesta, le grotte di Nettuno e delle Sirene e le cascatelle che sbocciano dai portici della villa di Mecenate...''. Cosi' Villa Gregoriana, a Tivoli, appariva agli occhi de Rene' de Chateubriand. Oggi il monumento e' in Stato di abbandono e degrado: per questo il Fondo per l'ambiente italiano ha chiesto e ottenuto dallo Stato l'affidamento per dodici anni (rinnovabili) in cambio di un canone di affitto di 12mila euro all'anno. Il Fai se ne fara' carico per due terzi, mentre un terzo verra' coperto dal Comune di Tivoli. La Fondazione, grazie al sostegno di Unicredito, si occupera' del restauro (costo previsto, 2 milioni di euro), della manutenzione straordinaria e ordinaria, dell'apertura al pubblico, prevista nella primavera del 2004. Il progetto di recupero e' a cura di Tatiana K. Kirova, ordinario di Restauro al Politecnico di Torino, mentre Gae Aulenti curera' la progettazione architettonica e l'arredo per la trasformazione dell'ex edificio scolastico del secondo dopoguerra (anche questo chiuso e in stato di abbandono) in centro servizi per il pubblico. Intanto sono gia' iniziati i primi lavori di pulizia, disboscamento e potatura. Nata da un disastro - una piena dell'Aniene che nel 1826 fece tracimare le acque del fiume trascinando via quasi tutte le abitazioni nella parte piu' antica della cittadina - la villa fu creata per volere di Papa Gregorio XVI, che affido' all'ingegner Clemente Foldi l'incarico di forare il Monte Catillo, creando cosi' la Cascata Grande (alta 120 metri). Il vecchio letto del fiume divenne invece una passeggiata tra la villa di Manlio Vopisco (console romano del 14 dopo Cristo), la grotta di Nettuno e quella delle Sirene, i templi dell'acropoli del II secolo dopo Cristo,(di Tiburno, fondatore della citta', di Vesta e della Sibilla), trasformati in chiese nel Medioevo. Inaugurato il 6 ottobre 1835, il parco fu meta obbligata, per tutto l'800, per i viaggiatori del Grand Tour e ancora oggi lapidi ricordano le visite di re e imperatori. L'accordo di concessione e' stato annunciato a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, alla presenza del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, del direttore del Fai Marco Magnifico, del sindaco di Tivoli Marco Vincenzi. (ANSA)



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Villa Gregoriana torna all'antico splendore
Un restauro da due milioni di euro darà nuovo lustro alla villa di Tivoli circondata dai resti archeologici.

Fuente: Il Nuovo
Fecha: 29-11-02
Autora:Maria Teresa Cinanni

Milano

Dopo anni di incuria ed abbandono, tornerà presto al suo antico splendore il parco di Villa Gregoriana a Tivoli. Responsabile del restauro, che dovrebbe essere avviato quanto prima, il Fai (Fondo per l'ambiente italiano) che per la prima volta in quasi trent'anni di attività si occuperà della valorizzazione e della salvaguardia di un bene dello Stato, a cui l'associazione dovrà versare un canone annuo di 15 mila euro.

L'intento principale dell'operazione che vede direttamente coinvolti i vertici del Governo, dal presidente Silvio Berlusconi che oggi ha reso noto al pubblico l'accordo ufficiale tra il Fai e lo Stato italiano, al ministro all'economia Giulio Tremonti, è quello di ricreare nello storico parco la suggestiva atmosfera del 1835, anno della sua inaugurazione. E, al tempo stesso, restituire al pubblico un bene troppo a lungo sottratto.
"Oltre che completare la triade di perfezione che Tivoli, con Villa Adriana e Villa d'Este, rappresenta nel mondo", commenta il sindaco. Ma c'è di più. Villa Gregoriana, che prende il nome dal suo creatore papa Gregorio XVI, potrebbe assurgere dopo il restauro a patrimonio dell'umanità, così come è già avvenuto per le altre due.

"I tre unicum di Tivoli rappresentano tre differenti modi dell'uomo di rapportarsi alla natura e l'interazione tra architettura e ambiente - spiega la presidente del Fai, Giulia Maria Crespi - tre diverse concretizzazioni del bello, quello vero che rende possibile l'elevazione dello spirito e la sublimazione degli affanni della vita quotidiana". E il parco in questione, meta privilegiata dei poeti - viaggiatori dell'Ottocento, diverrà così non solo una tappa obbligatoria del turismo culturale, ma andrà ad arricchire anche l'ingente patrimonio storico-artistico-ambientale del nostro Paese.

Storia antica, infatti, quella del parco di Villa Gregoriana che, sebbene allestito durante il ponficato di Gregorio XVI, era già noto ad Orazio che lo cita nelle sue Odi e a Stazio che alla variegata vegetazione del posto dedica un passo delle Sylvae. Appena fuori dal perimetro della Villa, infatti, si trovano i templi attribuiti a Vesta, alla Sibilla e a Tiburno e poco più a nord l'antica acropoli di Tivoli. Acropoli che nel 1826 l'ondata di piena del fiume Aniene distrusse quasi completamente. Fu allora che il Governo chiese l'intervento dello stato pontificio, perchè si impegnasse a deviare il corso dell'Aniene. Vennero costruite così una galleria e una grandiosa cascata. Mentre lungo il vecchio letto del fiume e le sue pareti si realizzò una suggestiva passeggiata tra formazioni calcaree, grotte, anfratti e resti archeologici.

Il parco di Villa Gregoriana appunto. Parco che dovrebbe essere riaperto completamente al pubblico entro il 2004, dopo un complesso intervento di restauro che coinvolgerà i resti archeologici, ma soprattutto la passeggiata vera e propria e suoi sentieri, oggi coperti dalle erbacce. Lungo i percorsi saranno realizzati panchine, luoghi di sosta, book shop, caffetterie. Per un totale, si presuppone, di 2.000.000 euro. Quasi interamente finanziati da Unicredito. "Ma il costo finale dell'operazione sarà sicuramente superiore alle previsioni - anticipa Giulia Maria Crespi - e per questo che il Fai ha sempre più bisogno di adesioni, del sostegno della gente".

Ed ecco che, solerte, il Presidente del Consiglio si impegna a versare un contributo. "Potrei pagare la spesa delle panchine ad esempio - dice - ovviamente da privato cittadino, in modo da dare il buon esempio agli italiani e sponsorizzare la campagna di raccolta fondi". Il Fai sta infatti valutando delle iniziative legate alla Natura come la proposta di adozione delle panchine disposte lungo i numerosi sentieri del parco, di parti dei sentieri stessi e di punti panoramici.



::: Noticia generada a las 9:02 PM


viernes, noviembre 22, 2002 :::
 
Jean Nouvel presenta il muro vegetale alto 18 metri
L'architetto ha vinto l'appalto per l'ex concessionaria Fiat di viale Belfiore

Fuente:Firenze.Republica.it
Fecha: 22-11-02
Autor: Massimo Vanni
http://www.firenze.repubblica.it/archivio/20021122/cronaca/05firocin.html

«Il mio muro vegetale è un regalo alla città». E' così che Jean Nouvel presenta alla città il suo progetto che, nel giro di duetre anni, trasformerà per sempre la concessionaria Fiat di viale Belfiore, acquistata dalla Baldassini & Tognozzi e destinata a diventare albergo, centro congressi e galleria commerciale. Nouvel, uno dei grandi dell'architettura contemporanea, ha vinto il concorso internazionale per il recupero di viale Belfiore battendo nomi del calibro Isozaki, Rogers e Fuksas. E lo ha vinto proprio grazie al «muro vegetale» alto 18 metri che correrà lungo viale Belfiore e via Benedetto Marcello.
Non è una provocazione affidare ad una barriera, anche se verde, uno dei primi interventi di architettura contemporanea a Firenze?
«La zona è molto rumorosa per via del traffico e il mio scopo è stato quello di proteggere il territorio, chiudendolo con gentilezza. Ma non è una provocazione, in fondo è tipico dell'arte italiana, dove spesso dietro una facciata austera nasconde qualcosa di molto prezioso».
Il muro non è però un arrendersi al traffico, non è costringere l'architettura a piegarsi all'inquinamento?
«L'architettura deve fare i conti con quello che c'è, non deve inventare qualcosa di nuovo. Farlo in pietra avrebbe dato il senso di un carcere, in ferro di una fabbrica. Invece questo è un soluzione tecnologica nuova inventata negli anni '90 in Francia: un'anima di feltro con una griglia metallica dove attaccheranno le piante».
E chi ci garantisce che resterà verde anche col passare degli anni?
«Il sistema tecnologico, grazie al quale scorre sempre l'acqua. E' un muro giardino, che ha però quattro porte e che crea il desiderio di penetrarlo, di spingersi all'interno».
Secondo lei Firenze è una città molto inquinata?
«Non si deve confondere viale Belfiore col centro della città, che trovo non molto inquinato».





::: Noticia generada a las 8:52 PM


sábado, noviembre 02, 2002 :::
 
Le quattro stagioni dell'Orto
In mostra nel Giardino dei Semplici gli scatti del francese Lesimple, ricercatore al Bo

Fuente:Il Gazzetino Online. Il quotidiano del Nordest
Fecha:30-10-02
Autora:Silvia Gross

PADOVA

Primavera, estate, autunno, inverno. I colori dell'Orto Botanico non finiscono di stupire in nessuna stagione. Con un soffice e quasi irreale manto di neve, o con i colori tiepidi di una giornata autunnale, o con il cielo livido dell'eclisse, la magia rimane immutata. È questo il filo conduttore della bella mostra fotografica "Il segno del tempo nel Giardino dei Semplici", raccolta di fotografie dell'Orto Botanico scattate nell'arco di nove anni da Marc Lesimple, matematico e fotografo francese, ed inaugurata ieri all'Orto dal rettore Giovanni Marchesini.
Organizzata dal Centro di Ateneo per i Musei, che sta curando anche l'edizione di un catalogo e la stampa di alcuni poster, l'esposizione è stata allestita nella palazzina sede del Centro di Ateneo Orto Botanico e del Centro di Ateneo per i Musei. Giunto a Padova nel 1992 con una borsa di studio del Cnr, attualmente assegnista di ricerca a Matematica, il parigino Lesimple conosce l'Orto durante una serata dei "Notturni d'arte". È un amore immediato e duraturo, uan passione rara e sconfinata per "un ambiente in cui si realizza una magica fusione tra piante e pietre, dove non si sa dove finisca il vegetale ed inizi il minerale". «Per nove anni sono passato quasi quotidianamente, a fotografare, a leggere, semplicemente a trascorrere qualche momento». All'inizio pagava regolarmente il biglietto, ma "poi sono stato quasi "adottato" dai giardinieri dell'Orto, molto gentili e premurosi, e potevo venire anche più volte a fotografare, per cogliere nuove sensazioni in questo teatro di luce che muta in continuazione". Poi l'idea di raccogliere le foto. «In luglio mostrammo le foto al rettore Marchesini, che ci propose di esporle all'Orto, in modo tale che diventassero patrimonio comune della città».




Le fotografie raccolte nell'esposizione, e presentate per la prima volta al pubblico, offrono un percorso attraverso questi luoghi nel corso del tempo "e mettono in evidenzia - spiega il curatore Giulio Peruzzi, docente di Storia della Scienza - come i cinque secoli di storia abbiano amalgamato in modo mirabile i diversi elementi che compongono questo luogo unico al mondo: le piante, le pietre e gli elementi architettonici e decorativi". In un avvicendarsi di luci e di colori, si susseguono immagini di piante, di scorci, di angoli insospettati e bellissimi del giardino botanico più antico del mondo. Le foto sono state molto apprezzate dagli intervenuti, e più di qualcuno ha manifestato l'interesse ad acquistarle. L'Esu, l'Azienda Regionale per il diritto allo studio, vorrebbe acquisirle per metterle nelle case dello studente e nelle mense. La mostra rimarrà aperta fino al 24 dicembre, l'ingresso libero.






::: Noticia generada a las 7:20 PM




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