Recortes de prensa y noticias de jardines (Sección fuera de España)  

Jardines de Italia


Portada de Ciberjob Historico de noticias de los Jardines de Italia Para escribirnos

miércoles, febrero 19, 2003 :::
 
Lo sfregio al Palladio? «Hanno tagliato il ciliegio per vedere la Rotonda»
L’ira del conte Valmarana non si placa

Fuente: Giornale de Vicenza
Fecha:17-2-03
Autor: Franco Pepe

"È stato uno sciagurato al quale dava noia". Per il conte Ludovico Valmarana la "morte violenta" del vecchio ciliegio che accompagnava da quasi sessant'anni la vita della Rotonda resta una ferita difficile da rimarginare, un vero e proprio lutto per la villa e per i suoi abitanti. "Come definire uno che compie un gesto simile, un oltraggio del genere a Palladio e alla natura ? Un delinquente, sì un delinquente". L'attentatore armato di sega a mano, chiunque sia stato, del ciliegio che regalava foglie e frutti ai visitatori, non ha avuto alcuna pietà. Lo ha reciso alla base facendolo crollare rovinosamente su una statua posta sul muro di cinta che si è salvata a stento. Uniche tracce: mucchi e mucchi di fiorume. Ma chi ha potuto macchiarsi di un "delitto" per molti aspetti inspiegabile ? Il giorno dopo il conte cerca di ricostruire l'accaduto, di rammentare episodi e figure che possano avere un collegamento credibile con il ciliegio abbattuto. Ci vorrebbe qualche prova per incanalare i sospetti, ma per il momento non c'è neppure l'anima di un indizio. "No, non credo che sia stato fatto per dispetto. Se fosse stato così a cadere sarebbe stato quel tiglio maestoso che si trova dietro la casa. Sì, credo che a farne le spese sarebbe stato proprio il tiglio. È un bersaglio molto più evidente. No, per me è stato qualcuno che odiava il ciliegio perché gli impediva di vedere la Rotonda. Anche perché la villa si può vedere a due chilometri di distanza. La pianta faceva da ostacolo e il colpevole ha voluto toglierlo di mezzo".
Insomma, per godersi la vista della Rotonda, si può arrivare a "uccidere" un albero che non solo faceva parte del cuore del conte (a piantarne le radici in quel punto sul muro che contiene il giardino era stato il padre Andrea appena finita la guerra) ma che era stato reso famoso dalle immagini di fotografi professionisti e bravi (come Fulvio Roiter) ma anche disagli scatti e dai flash dei turisti. "Escludo - dice ancora il conte - che sia stato qualcuno del posto, qualcuno che abita qui sotto. La Rotonda se la trova di fronte. Basta che apra il balcone. Non posso fare nessuna supposizione. Spero che venga fuori qualche testimone. Ci sarà stato senz'altro chi ha assistito a questo scempio. Sono certo che prima o poi risalirò al responsabile. Ebbene sa cosa dico a questo spregevole individuo: che stia bene attento, perché la natura sa vendicarsi".
Non solo: ma Ludovico Valmarana del day after pare ancora più irato e deciso. "In questi giorni pianterò sei nuove pioppe cipressine. Se la cosa si dovesse ripetere spegnerò le luci della Rotonda. Anzi chiuderò tutto". L'anonimo tagliatore di ciliegi, e con lui eventuali altri malintenzionati, sono avvertiti. Il conte non tollererà più offese al suo monumento universale. E a pagarne le conseguenze potrebbero essere gli amanti d'arte di tutto il mondo.


::: Noticia generada a las 8:40 PM


domingo, febrero 02, 2003 :::
 
Storia dell'Orto Botanico attraverso cinque secoli
Il volume dell'Associazione dei docenti e ricercatori

Fuente:La Provincia Pavese
Fecha:29-1-03

PAVIA
L'Adrat (Associazione docenti e ricercatori dell'ateneo ticinense) ha pubblicato un libro-strenna dal titolo «Storia e Immagini dell'Orto Botanico di Pavia» (Editrice Antares, Pavia). Si tratta di un volume che in una elegante e curata veste unisce una parte storica, dedicata alla ricostruzione della nascita cinquecentesca e dell'evoluzione nei secoli, attraverso varie mutazioni di nome e di contenuti, di quello che oggi ammiriamo come Orto Botanico, ed una parte iconografica di grande interesse.
La parte storica riprende, in riproduzione anastatica, saggi ricchi di apparati iconografici e documentali praticamente inediti di due scomparsi botanici illustri dell'Ateneo, il professor Valerio Giacomini ("Alle origini della lettura dei semplici, dell'Orto dei semplici e dell'Orto Botanico dell'Università di Pavia") e il professor Raffaele Ciferri ("Il riassetto del Giardino e l'ordinamento dell'Istituto Botanico"), cui si aggiunge il saggio, scritto appositamente per il volume, di Augusto Pirola, già direttore e tuttora docente presso l'Orto, dal titolo "L'Orto Botanico nella seconda metà del Novecento". Un excursus quindi dalle origini ai nostri giorni, a concludere idealmente il millennio, attraverso cui si snoda la vicenda storica dell'Orto pavese, strettamente collegato all'Istituto di Botanica, prima, ed ora al Dipartimento di Ecologia del Territorio e degli Ambienti Terrestri dell'Università. Un excursus che, come sottolinea Augusto Pirola, vuole mettere in relazione l'antica Lectura Simplicium, progenitrice dell'insegnamento della Botanica, con le nuove esigenze di efficacia didattica, gli alberi secolari con le problematiche contemporanee di conservazione della natura; in altre parole il passato, il presente ed anche il futuro, rappresentato dalla partecipazione dell'Orto pavese alla rete informatica degli Orti botanici lombardi.
A completare i testi e il copioso apparato documentale i curatori hanno voluto arricchire il volume di una interessante e suggestiva parte fotografica, integrando immagini ormai ingiallite di uomini e situazioni degli albori del secolo scorso e dettagli coloratissimi dell'Orto attuale, scenario di visite didattiche di scolaresche e di manifestazioni culturali, quali quelle organizzate assiduamente dalla benemerita associazione cittadina degli «Amici dell'Orto Botanico». In tale sezione del libro non manca qualche spunto davvero originale e persino curioso, come l'inedita immagine del grande Camillo Golgi, docente nell'Università e futuro Premio Nobel per la Medicina, intruppato in una allegra combriccola di sapore goliardico, durante una surreale simulazione di un concerto «in costume». Suggestiva la «presentazione» introduttiva al volume di Piero A. Milani, presidente dell'Adrat.




::: Noticia generada a las 8:04 PM


 
Dai giardini di Roma a quelli di Sissingurst

Fuente: Il resto del Carlino
Fecha: 29-1-03
Autora: Chiara Caliceti


Chiamarli giardini è assolutamente restrittivo. Soprattutto se i giardini in questione sono quelli delle ville della Roma rinascimentale, di quelle barocche francesi e di quelle inglesi di fine seicento (nella foto uno scorcio del giardino di Sissingurst, nel Kent). Vasto arco temporale e geografico, in cui trionfa, definitivamente, l'idea del parco come sontuoso completamento dell'edificio. Nasce per diffondere la conoscenza dei giardini storici quale espressione della creatività umana, della rappresentazione visiva e tangibile del potere politico, delle sottili interazioni tra architettura e paesaggio, natura e creatività, la mostra fotografica «Note di arte dei giardini d'occidente», in esposizione fino al 7 di febbraio (orari di apertura al pubblico: lunedì 10.30-12.30/ 16.30-18.30; dal martedì al venerdì 10.30-13.30/16.30-18.30; giovedì 10.30-13.30), nella sede dell'Ordine degli Architetti paesaggisti e conservatori di via Saragozza 175/177.
Ma perché parlare di giardini in un'epoca in cui si sono affievoliti gli antichi ideali di natura e non ci si sofferma più su ciò che ci circonda, abituati come siamo a guardare in fretta senza vedere? Sono partiti da questo interrogativo Domenica Di Mira e Giuseppe Falivene, rispettivamente architetto e docente di economia del paesaggio alla facoltà di agraria, che, dopo anni di viaggi e ricerche hanno sentito l'esigenza di fare un po' il punto sul loro lavoro. Ma soprattutto di metter mano e riordinare il ricco archivio fotografico per dar vita, attraverso le testimonianze più rappresentative dei momenti di maggiore fervore artistico, ad un ideale percorso dello spazio verde. Severo nell'impianto, nella potatura quasi scultorea delle piante sempreverdi, tra opulente fontane e sofisticati percorsi allegorici, nel classicismo italiano della fine del XV. Ricercatamente scenografico alla corte del Re Sole. E nuovamente sobrio, di palladiana ispirazione, in un ritrovato equilibrio tra intelletto e ambiente, negli anni in cui in Inghilterra trionfa il paesaggismo.




::: Noticia generada a las 8:00 PM




Powered by Blogger