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Jardines de Italia


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sábado, marzo 15, 2003 :::
 
A Valeggio sul Mincio un "tempio della natura" considerato tra i cinque più belli del mondo
Riaperto il Parco-Giardino Sigurtà
Un complesso di rara bellezza su 56 ettari di zona collinare

Fuente:Giornale de Vicenza
Fecha:13-3-03

Il Parco - Giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio (Verona), dopo la consueta chiusura invernale ha riaperto il 7 marzo scorso. Su un’estensione di 56 ettari in zona collinare, è un complesso ecologico di rara bellezza: "un tempio della natura", considerato tra i cinque più belli al mondo. Premiato come migliore giardino botanico con l’Award 2001 e 2002 dal sito Parksmania.it, ecco quattro lusinghieri pareri:
Henry Cocker (Botanic of Kew Gardens of London): «Il brolo cinto de muro risale al 1617. I suoi innumervoli Buxus "accarezzati" dal 1941, formano un complesso di originali bellezze unico al mondo» (1988).
Carmen Añòn Feliu (presidente International Committee of Historic Gardens and Sites): «Ho visitato nel mondo tanti giardini, ma come questo "nunca" (mai) » (1997).
Maria Lise Caixinhas (membro della Sociedade Portuguesa di Ciências Naturais): «È un paradiso, nel significato etimologico del termine. Un luogo di eccezionale e privilegiata felicità, il premio delle anime dei giusti» (1998).
Patrizio Giulini (membro Comitato Nazionale per i Giardini Storici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali): «Grazie all’unità nella molteplicità e nella poliedricità delle competenze e all’impegno delle generazioni dei Conti Sigurtà viene offerta al mondo intero la possibilità di godere di un sito che non sarà forse l’unico al mondo per le attrattive, ma che certamente è degno di coesistere con i migliori» (2001).
I visitatori potranno effettuare incantevoli passeggiate su vastissimi tappeti erbosi tra antiche piante e splendide fioriture. Sono consigliati due itinerari di 50 minuti ciascuno, uno verso Nord e l’altro a Sud, in modo da poter visitare tutte le zone del Parco.
È stato predisposto un percorso panoramico di 7 Km con viali pavimentati in porfido: "L’itinerario degli incanti" che può essere effettuato a bordo dei due trenini (accessibili anche ai disabili). È possibile anche noleggiare biciclette e golf-cart (un mezzo elettrico a 4 posti). Inoltre sono stati installati quattro chioschi di ristoro e relax.
Nel 2003, il Parco Giardino sarà aperto tutti i giorni fino a novembre, con orario continuato dalle ore 9 alle ore 18; orario di uscita per i visitatori, ore 19. Costo del biglietto: adulti euro 8; ragazzi (6-14 anni) euro 5,50; bambini (0-5 anni) gratis; adulti oltre i 65 anni euro 6,50; disabili al 100% con accompagnatore: gratis. In caso di pioggia il biglietto non sarà rimborsato e il servizio trenino potrà essere sospeso per motivi di sicurezza.



::: Noticia generada a las 10:43 PM


 
A Valeggio sul Mincio un "tempio della natura" considerato tra i cinque più belli del mondo
Riaperto il Parco-Giardino Sigurtà
Un complesso di rara bellezza su 56 ettari di zona collinare

Fuente:Giornale de Vicenza
Fecha:13-3-03

Il Parco - Giardino Sigurtà di Valeggio sul Mincio (Verona), dopo la consueta chiusura invernale ha riaperto il 7 marzo scorso. Su un’estensione di 56 ettari in zona collinare, è un complesso ecologico di rara bellezza: "un tempio della natura", considerato tra i cinque più belli al mondo. Premiato come migliore giardino botanico con l’Award 2001 e 2002 dal sito Parksmania.it, ecco quattro lusinghieri pareri:
Henry Cocker (Botanic of Kew Gardens of London): «Il brolo cinto de muro risale al 1617. I suoi innumervoli Buxus "accarezzati" dal 1941, formano un complesso di originali bellezze unico al mondo» (1988).
Carmen Añòn Feliu (presidente International Committee of Historic Gardens and Sites): «Ho visitato nel mondo tanti giardini, ma come questo "nunca" (mai) » (1997).
Maria Lise Caixinhas (membro della Sociedade Portuguesa di Ciências Naturais): «È un paradiso, nel significato etimologico del termine. Un luogo di eccezionale e privilegiata felicità, il premio delle anime dei giusti» (1998).
Patrizio Giulini (membro Comitato Nazionale per i Giardini Storici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali): «Grazie all’unità nella molteplicità e nella poliedricità delle competenze e all’impegno delle generazioni dei Conti Sigurtà viene offerta al mondo intero la possibilità di godere di un sito che non sarà forse l’unico al mondo per le attrattive, ma che certamente è degno di coesistere con i migliori» (2001).
I visitatori potranno effettuare incantevoli passeggiate su vastissimi tappeti erbosi tra antiche piante e splendide fioriture. Sono consigliati due itinerari di 50 minuti ciascuno, uno verso Nord e l’altro a Sud, in modo da poter visitare tutte le zone del Parco.
È stato predisposto un percorso panoramico di 7 Km con viali pavimentati in porfido: "L’itinerario degli incanti" che può essere effettuato a bordo dei due trenini (accessibili anche ai disabili). È possibile anche noleggiare biciclette e golf-cart (un mezzo elettrico a 4 posti). Inoltre sono stati installati quattro chioschi di ristoro e relax.
Nel 2003, il Parco Giardino sarà aperto tutti i giorni fino a novembre, con orario continuato dalle ore 9 alle ore 18; orario di uscita per i visitatori, ore 19. Costo del biglietto: adulti euro 8; ragazzi (6-14 anni) euro 5,50; bambini (0-5 anni) gratis; adulti oltre i 65 anni euro 6,50; disabili al 100% con accompagnatore: gratis. In caso di pioggia il biglietto non sarà rimborsato e il servizio trenino potrà essere sospeso per motivi di sicurezza.



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martes, marzo 11, 2003 :::
 
ARCHEOLOGIA: I SEGRETI DEL GIARDINO E DELLA CUCINA A POMPEI

Fuente: Ansa
Fecha:10-3-03

ANSA) - NAPOLI, 10 MAR - Quali piante coltivavano i romani, come le cucinavano e come curavano orti e giardini? Lo rivela a storici e appassionati, ma anche a chi voglia ricostruire in casa il verde dell'antichita' o scoprire antichissime ricette, il volume 'Il giardino pompeiano, le piante, l'orto, i segreti della cucina' di Annamaria Ciarallo, biologa della Soprintendenza di Pompei che cura da anni la flora della citta' antica vesuviana, nella quale sono stati ricostruiti anche gli antichi vigneti. Il volume, edito da Electa Napoli, oltre a mostrare la straordinaria iconografia delle domus dell'area archeolgica dedicata al tema del verde, dei fiori, dei frutti, ripropone lo studio del 'De re rustica' di Columella, trattato di agricoltura del I sec. dopo Cristo, un vero e proprio almanacco sui lavori da fare in campagna nell'arco dell'anno, con ricette e consigli sulle conserve, molto simili a quelle contenute negli almanacchi di frate Indovino o di Barbanera. Una fonte storica che ci rivela come si svolgeva la vita dei campi nelle terre vesuviane prima che l'eruzione del 79 d.C. le ricoprisse e che e' il punto di partenza di un originale 'garden book' della latinita', denso di indicazioni pratiche e sorprese botaniche come le indicazioni per costruire le siepi, per difendere le colture dai parassiti, la divisione tra piante utili e decorative. Il libro e' diviso in stagioni, con le relative indicazioni per la conduzione dell'orto. Nel capitolo dedicato alla primavera, molte le curiosita' come quelle relative alla coltura del pesco ad uso terapeutico, quella degli agli, con una pratica ancora in uso cosi' come la tecnica della salamoia. Seguendo i consigli degli antichi romani si puo' imparare a conservare mele, pere, melograni e fichi e fare il vino passito ma anche conoscere meglio un aspetto raramente esplorato della vita quotidiana dell'antichita'

::: Noticia generada a las 9:46 PM


 
Quei patriarchi verdi
testimoni della storia TRA I GRANDI ALBERI SECOLARI PROTETTI IN PIEMONTE LE SEQUOIE CHE RICORDANO LO STATUTO ALBERTINO

Fuente:La Stampa
Fecha:5-3-03
Autora: Piero Bianucci

I grandi alberi sono una parte importante della natura e del paesaggio. Ma, in quanto creature vive, rappresentano anche qualcosa di più: con la loro esistenza secolare diventano testimoni della storia umana, talvolta raccontano le vicende ambientali di un paese o il costume di una intera comunità. In Italia sono famosi, per esempio, il gigantesco «Castagno dei Cento Cavalli», in Sicilia (purtroppo semidistrutto da incidenti naturali e da atti di vandalismo), e i vecchissimi ulivi di Assisi che forse videro la predicazione di San Francesco. In Piemonte la Regione ha saggiamente deciso di proteggere i suoi patriarchi verdi con la legge 50 del 1995 «Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali di alto pregio naturalistico e storico del Piemonte». I primi cinque esemplari entrati nell´elenco degli alberi protetti sono il famoso «Platano di Napoleone» ad Alessandria, la maestosa Zelcova di Racconigi che si leva nel parco della residenza sabauda, il grande Frassino del Moncenisio, l´Olmo di Mergozzo e il Tiglio di Macugnaga. I sindaci dei comuni che ospitano questi splendidi alberi hanno di recente partecipato a una cerimonia per il loro «battesimo» ufficiale, presente l´assessore ai beni ambientali Roberto Vaglio. E´ stata anche l´occasione per presentare un libro che, oltre a documentare fotograficamente alcuni dei maggiori alberi monumentali piemontesi, illustra anche le molte insidie (malattie, funghi, danni da insetti, aggressioni di vario di tipo) che si trovano ad affrontare e i rimedi ai quali si può ricorrere. Il libro, «Alberi monumentali in Piemonte. Presenze e avversità», edito da Priuli & Verlucca, è opera di Giovanni Nicolotti (professore di patologia vegetale all´Università di Torino), Giuseppe della Beffa (Ipla, Istituto per le piante da legno e l´ambiente), Gian Paolo Mondino (Dipartimento di agronomia dell´Università di Torino) e Mario Palenzona (ancora dell´Ipla). Qualche nota sui patriarchi verdi che ormai fanno parte del patrimonio protetto. Vicino a Pallanza, nella frazione Cavandone, vegeta uno splendido tasso dal tronco muscoloso e possente, nato nel Seicento. A Santena si leva isolata in un prato presso il castello di San Salvà una gigantesca quercia con un fusto di sei metri di circonferenza e una chioma larga 28 metri, dall´età di circa due secoli e mezzo. Tre secoli ha il Castagno di Bioglio, che alla base ha una circonferenza di 11 metri. Il Tiglio di Macugnaga potrebbe addirittura risalire al 1200: la circonferenza del fusto raggiunge gli otto metri. Le sequoie del Parco Burcina (Biella), messe a dimora da Giovanni Piacenza nel 1848 in memoria della promulgazione dello Statuto Albertino, sfiorano ormai i cinquanta metri di altezza. La Rovere Verde di Tassarolo (Alessandria), risale all´epidemia di peste del 1630 e ha una chioma larga 25 metri. L´Olmo Montano di Bergemolo (Cuneo), ha tre secoli di vita, un fusto di 6 metri e un´altezza di 35. A Dogliani vive florido un ippocastano di 120 anni alto 26 metri e con una circonferenza di 4 mezzo, mentre il Larice di Pietraporzio, in valle Stura, ha raggiunto l´età di seicento anni.




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