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sábado, marzo 31, 2007 :::
 
Fuente: Eco dalle città
Fecha:30-3-07

Giardini sotterranei nel metrò, l’ultima trovata di Shanghai

I tecnici annunciano: entro il 2010 sarà inaugurato il primo parco sotterraneo del mondo. Pannelli solari e fibre ottiche consentiranno la sopravvivenza delle piante, ma i costi energetici rischiano di trasformare il progetto in una follia ecologica. Sergio Ferraris: «Il bilancio ambientale sarebbe negativo»

La notizia è di quelle da far sgranare gli occhi: giardini sotterranei nella metropolitana di Shanghai. Il progetto, il primo nel suo genere, è stato annunciato nei giorni scorsi dalla stampa locale e prevede la realizzazione di un vero e proprio parco cittadino negli spazi in cui sta sorgendo la nuova rete del metrò (500 chilometri di strade ferrate con parcheggi e centri commerciali). L’inaugurazione del giardino ipogeo è prevista per il 2010, anno in cui la metropoli asiatica ospiterà l’Esposizione Internazionale. Ad ispirare l’amministrazione cittadina non è stata una fantasiosa avventura disneyana, ma il fallimento di diversi tentativi di inverdire le strade e le piazze di Shanghai. I livelli d’inquinamento atmosferico, infatti, sono troppo elevati per consentire la sopravvivenza di alberi e fiori. Di qui la decisione: piantare i vegetali sottoterra. Ma come fornire alle piante la quantità di luce indispensabile per la fotosintesi? Gli architetti della Tonjii University, incaricati di realizzare il progetto, hanno messo a punto un complicato sistema di pannelli solari e fibre ottiche per trasportare la radiazione solare fin nel sottosuolo. In pratica, pannelli appositamente progettati saranno installati direttamente sui tetti dei grattacieli, mentre la rete di fibre ottiche servirà a trasferire la luce nei sotterranei della città. Un impianto idrico speciale, invece, dovrebbe irrigare le radici delle piante. «La nostra - ha dichiarato Shu Yu, direttore dello Shanghai Urban Underground Space Development Institute - è una sfida tecnologica molto importante, che stiamo portando avanti per dare ai passeggeri della metropolitana non solo un’aria più pulita, ma anche un confort maggiore».

Un progetto ambizioso, dunque. E molto caro. Eppure, la cifra da investire non sembra spaventare l’amministrazione di Shanghai. Ma che dire dei costi ambientali? A ben guardare, il progetto del parco ipogeo rischia di rivelarsi una follia in termini ecologici. Sergio Ferraris, direttore di Quale Energia, esprime le sue perplessità: «Nonostante i sistemi promettano, per funzionare, di non consumare elettricità, il bilancio ambientale ed energetico del progetto è sicuramente negativo». La produzione, la messa in opera e la manutenzione di tutte le infrastrutture necessarie, infatti, non sarà cosa da poco. Alla spesa energetica per la realizzazione dell'opera, già di per sé non trascurabile, bisognerà aggiungere l'impatto a fine vita di ciascun componente. «La quantità di materiale impiegato sarà enorme, oltre ai sistemi di captazione e di concentrazione della luce, bisogna considerare che le fibre ottiche dovranno scendere per decine di metri e che per ottenere un solo punto luce di cinque centimetri è necessario un fascio di fibre della stessa dimensione». Qualche dubbio appare legittimo anche in merito all’efficienza dell’intero sistema : «I pannelli garantiscono, come tutti i sistemi, il massimo dell’efficienza quando la fonte luminosa è allo zenith, ma in tutti gli altri casi la captazione, e quindi la resa, è minore». Problema, questo, che i vegetali hanno risolto, grazie a millenni di evoluzione, attraverso i movimenti delle foglie, che nel corso della giornata cambiano il loro orientamento per ottimizzare l’esposizione ai raggi solari. «I pannelli potrebbero fare altrettanto, ma servirebbe un inseguitore motorizzato, cosa che farebbe aumentare i costi, oltre a introdurre dei consumi elettrici e richiedere una maggiore manutenzione». Inoltre, bisogna tener conto che la luce non è l’unica risorsa di cui necessitano le piante, ma che anche l’umidità dell’aria e la quantità di ossigeno dovranno essere tenute sotto controllo. «La circolazione dell'aria – precisa il direttore di Quale Energia - dovrà essere aumentata anche per esigenze delle piante, con un maggior consumo energetico». Un altro problema, infine, è rappresentato dal livello delle polveri sottili, che anche nelle gallerie nel metrò potrebbe essere troppo elevato. «Nella metropolitana di Roma – conclude Ferraris – la concentrazione del Pm10 è maggiore che nelle strade, per cui penso che le piante avrebbero davvero una vita grama». Insomma, ci troviamo di fronte a una grandiosa rivoluzione in termini di verde urbano, o a una sapiente trovata mediatica? I dubbi restano.

::: Noticia generada a las 11:02 AM


lunes, marzo 19, 2007 :::
 
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Fuente: L’Economiste
Fecha: 16-3-07

Marrakech célèbre ses jardins

· Un festival organisé du 12 au 15 avril
· Création d’espaces verts peu consommateurs d’eau


Entre 50.000 et 100.000 visiteurs sont attendus pour la première édition du Festival de l’art du jardin qui se déroulera du 12 au 15 avril à Marrakech. Organisée par le magazine «Jardins du Maroc, jardins du monde», cette manifestation cible un public local important. «C’est un rendez-vous de 4 jours que nous donnons à tous les amateurs de jardins, designers, paysagistes, artistes, architectes, etc. Bref, des professionnels et des amateurs du jardin qui sont tous impliqués dans une réflexion sur l’avancement de la recherche et l’innovation dans l’art du jardin», indique Abderrazzak Benchaâbane, botaniste marrakchi et initiateur de ce festival. «De même, il sera un lieu d’échange d’idées et de positionnement critique face à l’art du jardin pour inciter le public le plus large et le plus diversifié à une prise de conscience de la richesse du patrimoine vert de notre pays. Un patrimoine qui mérite d’être préservé pour les prochaines générations», ajoutent les organisateurs
L’événement, dont l’ambition est de s’inscrire dans la continuité, a de multiples facettes: artistique, scientifique, culturelle et touristique. Il a aussi un caractère international puisque des artistes paysagistes français et italiens sont attendus.
Par ailleurs, le premier festival mettra en avant des lieux magnifiques comme les jardins de la Menara, de l’Agdal, le cyber parc de Aârsat Moulay Abdeslam, le Harti, le jardin de l’Institut français de Marrakech, Majorelle et autres jardins privés et publics situés à Tahanaout et dans la vallée de l’Ourika. Au programme également, de nouvelles réalisations moins consommatrices d’eau. Un problème crucial pour la région. Le festival aura aussi un côté éducatif et artistique. Des ateliers animés par des artistes français et marocain, dont Farid Belkahia, Omar Bouregba, Laârbi Cherkaoui, Bouchaîb Habbouli, sont prévus. Ils sont destinés aux enfants des différentes écoles de la ville de Marrakech et ses régions pour développer leur créativité en imaginant des jardins. Une large place sera consacrée à des sujets portant sur l’éducation environnementale et l’écotourisme


::: Noticia generada a las 11:48 AM


viernes, marzo 02, 2007 :::
 
Fuente: Terra
Fecha: 28-2-07

El Museo Camón Aznar repasa la trayectoria del pintor Santiago Rusiñol


El Museo Camón Aznar de Zaragoza acoge desde hoy una exposición que repasa la trayectoria del pintor catalán Santiago Rusiñol, siguiendo una línea cromática que comienza en el tono gris del paisaje urbano parisino para terminar con una eclosión de color de sus famosos jardines.

El comisario de la muestra, Arturo Navallas, explicó en una conferencia de prensa que la muestra la componen 34 piezas fechadas entre 1884 y 1930 y que presentan temáticas como paisajes, retratos, carteles, temas sociales y jardines, lo que permite admirar la evolución del artista de una forma global.

Rusiñol, considerado uno de los máximos representantes del Modernismo en la pintura catalana de finales del siglo XIX y principios del XX, fue calificado por el comisario como un personaje inquieto que desde muy joven quiso dedicarse al arte, un 'eterno viajero' e 'inconformista' que fue capaz de captar la luz de los grandes y 'darle un espíritu nuevo'.

La muestra, que permanecerá abierta al público hasta el 1 de abril, es un 'buen reportaje' de la vida del artista, ya que sigue un orden cronológico en el que se distinguen tres etapas, la primera de las cuales queda representada en obras como 'Campanario románico de San Vicente de Torelló', 'El taller de su padre', 'Río' o 'El bosque de Cuní, Olot'.

En este periodo, Rusiñol es un paisajista, se interesa por las fábricas y el trabajo que se desarrolla dentro de ellas, los talleres, los primeros planos y el reflejo de los movimientos y de las aguas.

Un viaje a París marca el inicio de la segunda etapa en la que su pintura adopta tonos grises y una especie de sutil vaguedad muy influenciada por los impresionistas, lo que se aprecia las obras 'Le pont neuf', 'Avenida de un parque. París' o 'Interior con figura femenina'.

La tercera se corresponde con la de los jardines, de lugares como Granada, Aranjuez, en los que une los tres elementos básicos del arte nazarí: arquitectura, agua y vegetación, utilizando la luz para aumentar los efectos simbólicos y teatrales, mostrando una vez más su preferencia por la 'pintura literaria'.

'Jardín abandonado', 'Jardines de Aranjuez', 'Surtidor de la Isla', 'Jardín de Casa Guiteras, Játiva' o 'Jardín de Alcoy' son algunos de los trabajos de esta época.

El comisario hizo hincapié en la importancia de otra faceta del artista, la literaria, muy desconocida por el gran público y que inició con sus crónicas desde París para el periódico 'La Vanguardia', y continuó con traducciones de obras de Baudelaire y sus propias novelas (entre 1896 y 1901), emparentadas con el simbolismo francés.

El responsable de exposiciones de la Obra Social y Cultural de Ibercaja, Gonzalo de Diego explicó que esta muestra cierra la temporada del Museo Camón Aznar, que cierra las puertas al público para comenzar unas importantes obras de remodelación con la mirada puesta en la Exposición Internacional que se celebrará en 2008.

::: Noticia generada a las 1:06 PM




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